Dopo mesi di silenzio, per il blocco dello scrittore che ogni tanto mi coglie impreparata, eccomi a farneticare in base agli ultimi eventi del periodo…. che hanno scosso il mio animo tanto da farmi prendere posizione pubblicamente su alcuni aspetti della vita. Questo pezzo porge il fianco a molte critiche, ne sono consapevole. Le aspetto, pronta a confutare o a dare ragione a chi riuscirà a farmi cambiare idea. L’ho scritto sullo smartphone, in una notte insonne a causa di una brutta bronchite che non mi fa domrire. Lo riporto così come è stato scritto, eventuali errori compresi.

Ma è mai possibile che qualcuno debba decidere per noi come dobbiamo vivere la nostra vita? Non ci si rende conto che più ci sono costrizioni, più le persone fanno quello che vogliono di testa loro? SIamo come i bambini: se una cosa non si fa perchè “Gesù bambino non vuole ” oppure “la legge te lo impedisce” o ancora “la Chiesa è contraria”… è un dato di fatto che quella cosa verrà fatta, apposta per andare contro al sistema. Non esiste più il timore, nè la riverenza; Internet ha abbattutto i muri della moralità. La generazione dei 18enni di oggi non sa nemmeno cosa sia la parola pudore, sbagliando per di più l’accento nel pronunciare “pudìca”. Responsabilità per loro significa lasciare la casa e la famiglia, viaggiare per toccare con mano ciò che i loro occhi hanno visto sullo schermo dei loro smartphone; condividere sui social network la loro vita, vivendola per altro da soli; e magari senza spendere 5 minuti di tempo per telefonare alla mamma, che magari si gode lo spazio vuoto lasciato dal figlio. La famiglia? Alternativa anche quella: le donne fanno paura, quindi meglio provare ad amare un uomo. Così come gli uomini sono solo un peso per le donne, meglio non mescolare il DNA con il loro… girl power is the rule! Ma il bimbo che abita in loro, mai cresciuto, li porta a volersi prendere cura di qualcuno, di un essere umano. Ecco che fa capolino il bisogno di adottare un figlio, perchè nell’era dell’utero in affitto mica vorrai partorire e denaturalizzare il corpo perfetto che Natura ti ha donato e che la chirurgia ha forgiato. E poi? Come ci si occupa di un neonato se sta male? Meglio googlare in cerca di risposte. I medici non sono poi così bravi. A volte ti lasciano morire nei corridoi degli ospedali mentre bevono spritz al bar di fronte. E poi basta con questi cibi antichi. Farina, zucchero, carne: sono tutti veleno per il nostro organismo, nonostante i nostri nonni, bisnonni e trisavoli siano cresciuti e abbiano vissuto pacificamente mangiando pane e bevendo vino. Molto meglio, oggi, mangiare solo frutta e verdura, fin da piccoli. Si cresce più sani, l’ho letto su internet!
Gente, la società, così come ironicamente descritta sopra, ce la siamo costruita noi. Siamo noi gli artefici delle mode del momento, delle passioni, a volte ridicole, per stili di vita particolari “al passo coi tempi” si dice. Non possiamo, però, odiare il diverso perchè diverso. Amiamolo, perchè è frutto del cambiamento; cambiamento che ognuno di noi ha contribuito a realizzare. Io? Io amo i gay, amo i vegetariani e i vegani, amo i musulmani e anche gli ebrei, i protestanti e gli evangelisti. Nella mia stirpe familiare convivono cattolici, testimoni di geova, evangelisti e anche Hare Krishna. Amo i terroni, lo sono anche io. Amo i neri, i bianchi, i gialli e i rossi. Non impongo loro il mio punto di vista, ma nemmeno accetto che loro lo impongano a me. Vivo la mia vita rispettando tutti, anche se diversi da me.
Amo l’uomo perchè è vita. Amo l’essere umano in quanto vita umana e lo rispetto, finchè l’essere umano rispetta me. Non giudico un uomo a priori perchè diverso da me, anche io sono diversa da lui e non voglio essere giudicata per questo, nè voglio che chi è diverso da me voglia a tutti i costi farmi diventare come lui. Per questo non lo faccio agli altri. E se mai qualcuno dovesse mancarmi di rispetto allora sì, potrei agire e pensare male di questa persona. Ma solo della singola persona, non di tutte quelle diverse da me.
“Tutte le cose dunque che volete che gli uomini vi facciano, anche voi dovete similmente farle loro”. (Matteo 7.12)
Ora, per favore, non giudicatemi dicendomi che sono comunista perchè aiuto extracomunitari o detenuti; non ditemi che sono fascista se sono convinta del fatto che gli stranieri ci stiano soffocando e che dovremmo trovare un modo più concreto per aiutarli, senza parcheggiarli in teche di plexiglass nelle stazioni. Come vedete, i problemi della nostra società sono ben altri. Lasciate che un uomo possa amare un altro uomo e rispettate questa forma d’amore e occupatevi, invece, del vostro dichiarato amore per il prossimo e fatemi vedere che l’Italia è un Paese accogliente.